10/03/2025

La rivelazione naturale di Romani 1:18-20

 


Romani 1:18-20

18 Poiché l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia, 19 infatti quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio loro manifestato, 20 poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili,

Paolo aveva detto in precedenza che gli uomini sono tutti peccatori e quindi tutti perduti, quindi che il vangelo cioè Cristo è il potere di Dio per salvare quelli che credono, che Dio giustifica coloro che sono in Cristo. Se tutti sono peccatori e perduti e soltanto in Cristo c’è salvezza, il vangelo è quindi una necessità.

La giustizia di Dio quindi viene rivelata attraverso il vangelo: Dio punisce un innocente al posto dei colpevoli. Ma qui, nei versetti da 18 a 20 dice anche che Dio si rivela anche attraverso la natura: esiste una rivelazione naturale.

Dio è irato ed è rivelata dal cielo: tutti gli esseri umani, di qualsiasi religione, hanno nel loro intimo, nella loro coscienza, un sentimento di colpa, una necessità di pagare attraverso un sacrificio il prezzo del loro peccato. Siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio e abbiamo dentro di noi un sentimento per il quale esiste qualcuno al quale dobbiamo rendere conto, di cui avere timore, eccetera.

Quando Paolo parla dell'ira di Dio deve essere chiaro che questa non è comparabile con la rabbia umana, non è quindi una questione di umore o di essersi alzato con il piede sbagliato. È piuttosto la giusta punizione alla ribellione dell’uomo contro di Lui, la giusta punizione per coloro che feriscono la Sua perfetta santità attraverso il peccato.

La Sua ira si rivela contro ogni empietà. Empietà in questo caso significa vivere come se Dio non esistesse. E contro ogni ingiustizia o perversione si riferisce alle ingiustizie praticate dall'uomo  verso il prossimo. Gli uomini soffocano, annegano, reprimono la verità ( che Dio esiste, che siamo peccatori ) a causa dell’ingiustizia per voler praticare l’ingiustizia e la perversione. L’uomo conosce nel suo intimo la verità, ma la reprime per fare i propri comodi.

Inoltre, l’ira di Dio è giusta perché l’uomo sa nel suo intimo (in loro) che Dio esiste (Dio si rivela nella coscienza e poi vedremo attraverso la Sua creazione).

Gli attributi invisibili di Dio (eterna potenza e divinità) si rivelano non solo nella coscienza, ma anche nella creazione, ma l’uomo reprime anche questa verità. La creazione conferma ciò che già è rivelato nella coscienza. La creazione rivela che la natura non è qualcosa di casuale che si è generata da sola: osservando la natura abbiamo la chiara rivelazione di un potere eterno, di un Dio che non è stato creato, che non è finito, limitato.

A differenza delle religioni panteiste (tutto è Dio e Dio è tutto), il mondo non è in realtà una estensione di Dio, ma una Sua creazione. Le leggi naturali sono leggi create da Dio che regolano il mondo. Il fulmine non è Dio arrabbiato, ma un fenomeno metereologico.

Paolo dice che la rivelazione è chiara, antica, universale e per questo l’uomo è imperdonabile. Nessuno potrà dire “io non sapevo”, perché la coscienza e la creazione rivelano Dio, la Sua ira nei confronti dell’uomo che ha peccato.

Ma, nonostante questa rivelazione naturale, il vangelo è necessario, perchè la rivelazione naturale ci dice soltanto che Dio esiste, ma non ci salva. La rivelazione naturale non rivela come possiamo salvarci.

Se l’uomo non fosse perduto, non avrebbe nemmeno bisogno di essere salvato...

Questa rivelazione avviene attraverso il vangelo: come mi posso riconciliare con Dio, con un Dio irato?

 

Quindi, in accordo con Romani 1:18-20 possiamo concludere che:

- la rivelazione naturale (coscienza e creazione) rivela l'esistenza di Dio e della Sua ira

a)     - Il vangelo ( che è Cristo) è  invece la rivelazione speciale ossia il potere di Dio per salvare tutti quelli che credono.

b)   - L’uomo non desidera che Dio esista e reprime la verità, preferendo praticare la perversione e l’ingiustizia.

c)    - Il vangelo consiste sempre nell’avvertire l’uomo del pericolo e poi di come fuggire dal pericolo.

d)   - L’opera missionaria ha quindi un senso, perché fuori di Cristo non c’è salvezza.

    Qoelet, riflessioni teologiche in tempi difficili by Matteo Attorre


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