Quella sequela di "dichiara con fede che sarai prospero, che sarai guarito, che arriverà la vittoria" e altre amenità assortite partono dal presupposto che la nostra parola abbia potere nel mondo fisico e soprattutto spirituale. Chiarisco subito che io credo che Dio possa fare prospero chiunque, così come guarirlo da qualsiasi malattia. Non è il potere di Dio che viene messo in discussione, quanto il potere delle parole che noi proferiamo anche se in fede e nel Suo nome.
In verità, la questione della "tua parola ha potere" nasce da un movimento chiamato di Confessione Positiva, da cui poi ha avuto anche origine la nefasta “teologia” della prosperità. Stessa radice. Vedremo brevemente che cos’è, qual è la sua origine e se c’è qualcosa di buono in questa “corrente teologica”.
La Confessione Positiva è un movimento nato tra gli evangelici più di 40 anni fa, basato sull’insegnamento di un pastore chiamato Essek William Kenion, che è considerato il padre della “teologia” o dottrina della prosperità e, per l’appunto, della Confessione Positiva. Kenion era uno studioso nell’area della comunicazione, dell'ermeneutica e della interpretazione e da tempo seguiva una linea di pensiero, già in auge a quell’epoca, basata sullo strutturalismo. Lo strutturalismo dice che un testo e le parole in esso contenute sono autonome, cioè non strettamente collegate al suo autore. Vediamo se riesco ad essere più chiaro: quando l’autore muore, il testo da lui prodotto resta vivo, ha una vita propria. Il senso è contenuto nelle parole del testo. Questa idea, che le parole abbiano un senso che va oltre l’intenzione di chi le ha scritte, venne trasposta da Kenion alla sua personalissima teologia. Quindi il nostro eroe iniziò ad affermare che le parole che diciamo, proferiamo, hanno un potere intrinseco di creare una nuova realtà prima nel mondo spirituale poi in quello naturale, fisico, concreto.
Ho letto, non per diletto, alcuni libri famosi di autori che difendono questa teoria. Cito, fra tutti, “C’è potere nelle tue parole” di Don Gosset, un cappellano della Marina degli Stati Uniti, ma soprattutto “Quarta dimensione” di Paul David Yonggy Cho, famoso pastore coreano, dove l’autore difende la teoria che quando noi preghiamo dobbiamo chiedere a Dio esattamente quello che vogliamo, con ricchezza di dettagli. Non è sufficiente chiedere una bici, per usare un suo esempio contenuto nel suo libro, ma dobbiamo specificare la marca, il colore, il numero di marce, dove Dio ce la dovrà consegnare ed altre idiozie assortite. Le nostre parole determineranno la realtà spirituale e fisica intorno a noi. Un ultimo libro, più recente, che ho dovuto leggere mio malgrado, è “Il segreto. La legge dell’attrazione” di Rhonda Byrne. Come si evince dal titolo questo libro, un vero best seller, tratta del fatto che parole positive attraggono avvenimenti e persone positive. La Bibbia vale la pena ribadirlo, non da nessun supporto a queste idee.
Non solo libri. Anche molti ministeri sono stati costruiti su queste teorie. Tra i molti apostati, la prima che mi viene in mente è Valnice Milhomens, che si fa chiamare apostola. Il suo ministero si chiamava, almeno in passato, “Parola di fede”, perché lei riteneva che pronunciare, dichiarare, affermare con fede una benedizione o una vittoria, riusciva a generare nel mondo spirituale e poi nel mondo fisico una nuova realtà in accordo con quanto dichiarato. Dopo aver sbagliato per ben due volte la data del ritorno di Gesù, l’apostola è caduta un po’ in disgrazia. Un po´ ho detto, perché nelle scorse settimane ha proposto alla chiesa brasiliana un digiuno per fermare l'azione del diavolo che avrebbe preso di mira il Brasile. Nemmeno commento, perché si sta parlando di cose fuori da ogni logica e che sottindendono un potere che il diavolo non ha.
Molto più famosi della “profetessa” sopraccitata, Kenneth Hagin, Kenneth Coppeland e Benny Hinn, il quale ultimo ha riempito, decine d’anni fa, il Palazzetto dello Sport di Roma. Lasciatemi la libertà di esprimere la mia sottile ironia pensando ai frutti che ha prodotto quel “culto” dove le persone cadevano a terra come pere mature ad ogni soffio sul microfono di questo falso profeta. Il Vangelo in Italia è ancora pressoché sconosciuto ai più, e sono passati almeno vent’anni dal teatrino di Benny Hinn. Forse perché, tra le innumerevoli attività ecclesiastiche, ci si è dimenticati di predicare il Vangelo, quello vero. E ci si è dimenticati di studiare le Scritture, seriamente intendo.
Quindi, la Confessione Positiva è quel movimento che crede che attraverso le sue parole, il cristiano possa generare, creare ex novo, una nuova realtà nel mondo spirituale e conseguentemente in quello fisico. Allo stesso modo, le parole negative hanno un effetto negativo: quando si maledice qualcuno o qualcosa, possiamo distruggere una persona o far chiudere una attività commerciale, per esempio. Una base di questo ragionamento, se non ricordo male era Kenneth Hagin che lo diceva (comunque uno dei suoi discepoli), è che il cristiano non ha Dio dentro di sé, ma è il proprio Dio. Infatti, Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, abbiamo la sua natura, siamo suoi figli; quindi, così come Dio ha creato il mondo attraverso la sua Parola, allo stesso modo noi abbiamo il suo stesso potere di creare nuove realtà attraverso la nostra parola. Abbiamo quindi la sua stessa autorità. Siccome Dio è in grado di creare l'universo attraverso la Sua Parola e a partire dal nulla, anche noi avremmo questa capacità. Se l'omuncolo avesse aperto un qualsiasi testo di Teologia Sistematica, avrebbe scoperto che ci sono attributi divini incomunicabili ossia che non sono stati trasferiti all'uomo. Qui possiamo parlare di stupro continuato nei confronti della Parola di Dio e di pura prostituzione ministeriale.
Questa è l’origine del movimento di Confessione Positiva da cui poi discendono la dottrina della prosperità, la legge dell’attrazione e persino il movimento di battaglia spirituale dove le frasi cult sono “io ti lego, Satana”, “decreto la sconfitta di principati e potestà”, “io ti ordino” eccetera. Non possiamo dimenticare “Torino è del Signore Gesù! Il popolo di Dio lo dichiari con fede!”. L’idea è che se i credenti di Torino dichiarano che la città è del Signore Gesù, questa “potente” dichiarazione di fede genererebbe una nuova realtà, dove i demoni batterebbero in ritirata e le tenebre sarebbero finalmente sconfitte. La famosa “marcia per Gesù” è anch’essa oriunda della Confessione Positiva, perché si marcia rivendicando quel territorio, quella città, quella nazione per Dio. Dimenticano che un territorio, una città o una nazione potranno essere di Gesù sì, ma attraverso la predicazione del Vangelo, quello vero, e dell'opera sovrana dello Spirito Santo. Gesù ci ha ordinato di predicare il Vangelo (possibilmente quello vero, non adulterato) e di fare discepoli, ma non ha mai detto di fare atti profetici o dichiarare qualsiasi cosa.
Per concludere, è ovvio che dobbiamo pesare le nostre parole, non perché abbiano un potere intrinseco, magico, mistico, quando benediciamo o malediciamo qualcuno, ma perché attraverso le parole possiamo ferire, uccidere oppure dare nuova forza a chi non ne ha. Una nostra parola di animo, di incoraggiamento, di perdono, può fare la differenza nella vita del nostro prossimo. Purtroppo, il movimento di Confessione Positiva è andato oltre, troppo oltre, e l’analfabetismo biblico non è stato in grado di interpretarne l'inutilità e la pericolosità. Penso sempre a quelle persone che in buona fede, perché così gli è stato insegnato, gridano fino a diventare paonazzi per dare ordini alla malattia che li sta uccidendo e alla loro frustrazione quando non accade nulla. Poi succede che spesso la misericordia di Dio supplisca alle nostre lacune e ad insegnamenti senza alcun fondamento biblico.
Basterebbe così poco per evitare tanti danni: privilegiare lo studio della Parola invece del sentito dire, delle esperienze improbabili di altri, delle feste in pigiama per dimostrare al mondo che ci divertiamo anche noi e che non siamo noiosi come pensano. Meno storielle e più Vangelo, quello vero però, quello con Cristo crocifisso, ricco di grazia, misericordia, perdono, ma anche di giustizia e santità. A meno che non si voglia riempire la chiesa di persone vuote. Spero di no. Comunque sia non è a me che dovranno rendere conto di essersi vergognati del Vangelo.
Qoelet, riflessioni teologiche in tempi difficili, il blog di Attorre Matteo

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