Il messaggio è importante, ma servono i messaggeri.
Avevo già dato diversi esami durante i miei studi teologici sui profeti dell’Antico Testamento e avevo letto vari libri sui profeti, ma ciò che mi ha realmente avvicinato in maniera speciale e definitiva ai profeti è stato quella volta che mi chiesero di dare lezione per un semestre sul libro del profeta Ezechiele in una scuola presbiteriana. Io mi ero sempre occupato di Nuovo Testamento e ricordo la mia preoccupazione. Fu in quell’occasione che iniziai ad innamorarmi dei profeti. Quel semestre in cui dovetti affrontare, mio malgrado, Ezechiele, dette origine alla decisione, avvenuta parecchi anni dopo, di specializzarmi anche in Teologia dell’Antico Testamento.
I profeti, contrariamente a quanto si pensi normalmente, non erano veggenti o indovini, ma principalmente persone che sapevano vedere ed interpretare gli avvenimenti e che inspirati da Dio denunciavano la rottura dell’alleanza (berit) con Dio da parte dell’uomo. Generalmente il profeta denunciava governanti e sacerdoti per la loro infedeltà nei confronti di Dio, della sua alleanza, delle sue leggi. Idolatria, ingiustizia sociale…..diversi erano i peccati, ma tutti riconducibili ad una infedeltà da parte del popolo verso l’alleanza stabilita da Dio con il suo popolo.
In questi giorni stavo pensando che attualmente il problema della chiesa è esattamente lo stesso: l’infedeltà del suo popolo alla Parola di Dio. Osea direbbe, accusando i sacerdoti come nella sua epoca, che il popolo di Dio muore per mancanza di conoscenza (torah).
La Chiesa evangelica italiana, 20 anni fa, rappresentava circa l’1,5 % della popolazione italiana. Oggi gli evangelici, tra veri e nominali, sono sempre intorno all’1,5%. Sono convinto che la chiesa invisibile sia una chiesa trionfante, ma non possiamo fingere che quella visibile goda di ottima salute se dopo 20 anni la percentuale di evangelici è sempre la stessa. La chiesa visibile non è cresciuta, il Vangelo non è stato pregato. La crescita numerica di alcune chiese spesso non è stata una crescita sana, accompagnata dalla qualità, perché mancavano le due cose più importanti: la Parola e l’amore. Molte chiese sono nate sulle ceneri di un’altra, ma il dato finale è sempre quello: 1,5%. Un numero esiguo.
Molti mi accusano di essere molto critico con la chiesa istituzione, con la chiesa locale, ma è perché molti non danno il giusto valore al prezzo altissimo che Cristo ha dovuto pagare per istituirla.
Ma veniamo a noi. Oggi, desidero riflettere sul messaggio e sul messaggero a partire dal Libro del Profeta Ezechiele.
Ezechiele 1:28
Com'è l'aspetto dell'arcobaleno nella nuvola in un giorno di pioggia, così era l'aspetto di quello splendore che lo circondava. Questa era un'apparizione dell'immagine della gloria dell'Eterno. Quando la vidi, caddi sulla mia faccia e udii la voce di uno che parlava.
Vocazione di Ezechiele: dopo la visione di chi è Dio, Ezechiele cade faccia a terra e il Signore gli affida un messaggio forte e una missione oltremodo difficile.
Ezechiele 2:1-10
1 E mi disse: «Figlio d'uomo, alzati in piedi e io ti parlerò». 2 Mentre egli mi parlava, lo Spirito entrò in me e mi fece alzare in piedi, e io udii colui che mi parlava. 3 Egli mi disse: «Figlio d'uomo, io ti mando ai figli d'Israele, a nazioni ribelli che si sono ribellate contro di me; essi e i loro padri si sono rivoltati contro di me fino a questo giorno. 4 Quelli ai quali ti mando sono figli dalla faccia dura e dal cuore ostinato, e tu dirai loro: "Così dice il Signore, l'Eterno". 5 Sia che ascoltino o rifiutino di ascoltare, perché sono una casa ribelle, sapranno tuttavia che c'è un profeta in mezzo a loro. 6 E tu, figlio d'uomo, non aver paura di loro e non aver paura delle loro parole, anche se ti trovi attorniato da ortiche e da spine e abiti in mezzo a scorpioni; non aver paura delle loro parole e non spaventarti di fronte a loro, perché sono una casa ribelle. 7 Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che ascoltino o rifiutino di ascoltare, perché sono ribelli. 8 E tu, figlio d'uomo, ascolta ciò che ti dico; non essere ribelle come questa casa ribelle; apri la bocca e mangia ciò che ti do». 9 Io guardai, ed ecco una mano tesa verso di me; ed ecco in essa vi era il rotolo di un libro. 10 Egli lo distese quindi davanti a me; era scritto di dentro e di fuori e vi erano scritti lamenti, gemiti e guai.
Dio usa l’espressione “figlio d’uomo” 93 volte per rivolgersi al profeta. Forse proprio per dare enfasi all’umanità, alla fragilità e alla finitezza in contrasto con la sovranità e l’eternità di Dio.
La sfida: Dio sceglie Ezechiele per chiamare al pentimento un popolo ribelle. Il profeta avrebbe predicato per loro e questi lo avrebbero rigettato.
Ezechiele 2:6
E tu, figlio d'uomo, non aver paura di loro e non aver paura delle loro parole, anche se ti trovi attorniato da ortiche e da spine e abiti in mezzo a scorpioni; non aver paura delle loro parole e non spaventarti di fronte a loro, perché sono una casa ribelle
Nonostante questo scenario, il profeta non è da solo. Il Signore lo sostiene, lo supporta. È lo Spirito e non le abilità del profeta. È Dio che lo pone in piedi perché possa sentire la Sua voce e adempiere alla sua vocazione divina. Dio gli da autorità e coraggio.
Contenuto del messaggio:
Ezechiele 2:10
Egli lo distese quindi davanti a me; era scritto di dentro e di fuori e vi erano scritti lamenti, gemiti e guai.
Ezechiele 3:1-3
1 Quindi mi disse: «Figlio d'uomo, mangia ciò che tu trovi; mangia questo rotolo, poi va' e parla alla casa d'Israele». 2 Così io apersi la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo. 3 Poi mi disse: «Figlio d'uomo, ciba il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti do». Così io lo mangiai e fu nella mia bocca dolce come il miele.
Dio ordina che Ezechiele mangi un rotolo del libro. Il contenuto non sembra molto gradevole, ma le parole sono dolci come il miele.
Il contenuto è l’annuncio del giudizio di Dio, ma mescolate con parole di speranza e restaurazione.
Ezechiele 2:8
E tu, figlio d'uomo, ascolta ciò che ti dico; non essere ribelle come questa casa ribelle; apri la bocca e mangia ciò che ti do».
Consegnare un messaggio differente dalla Parola di Dio sarebbe stato un atto di ribellione.
Ascoltatori: prima di consegnare al profeta il messaggio che dovrà essere proferito, Dio informa Ezechiele in merito ai destinatari del messaggio e delle difficoltà a cui andrà incontro: un popolo ostinato, duro d’orecchi.
Il profeta deve identificarsi con le persone alle quali è diretto il messaggio. Una grande lacuna del profeta di oggi è la sua visione “tempiocentrica”, in cui la priorità è il ministero e la chiesa locale, la chiesa come istituzione, e ha invece una preoccupazione relativa con le persone, una preoccupazione di facciata: molte anime entrano ed altrettante escono, silenziosamente, dalla porta di servizio, e nessuno si preoccupa di saper la ragione di questa fuga. Ci sono chiese che producono più “desaparecidos” che membri. Dopo 20 anni, la chiesa è sempre lì, con i suoi 15 membri. Identificarsi con l’altro significa avere la capacità di accogliere, ascoltare, capire, avere una relazione, conversare, istruire, mantenere in sicurezza dentro la comunità.
Risultato del messaggio: Dio dice ad Ezechiele che Israele avrebbe rifiutato la sua predica, ma la “misurazione “ del successo non sarebbe stata in base alla risposta del popolo, ma in base alla fedeltà da parte del profeta nell’annunciare la parola di Dio, sia che il popolo avesse ascoltato o avesse lasciato di ascoltare (Ezechiele 2:5-7).
Per i parametri di successo della nostra società, il ministero profetico di Ezechiele fu un fiasco. Ma il modello di successo di Dio è differente. Non sempre la benedizione di Dio si manifesta nella ricchezza o nella quantità di partecipanti al culto e agli eventi promossi dalla chiesa locale.
Il successo ministeriale viene misurato in base alla nostra obbedienza alla volontà di Dio, alla Sua Parola, indipendentemente dai risultati visibili.
1 Corinzi 4:1,2
Così l'uomo ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ma del resto dagli amministratori si richiede che ciascuno sia trovato fedele
Il teologo Dietrich Bonhoeffer, il quale non si lasciò silenziare da Hitler e dai nazisti, ma preferì salire sul patibolo con incredibile compostezza, disse:
“La causa di Dio non sempre è di successo; noi, realmente, possiamo essere dei “falliti”, e nonostante tutto, essere sulla strada giusta.”
La croce è l’esempio di un apparente grande insuccesso che nasconde il più grande successo cosmico.
Profilo del profeta:
Il profeta deve avere un vero e genuino compromesso con Dio e con la Sua Parola.
Ezechiele 3:3-10
3 Poi mi disse: «Figlio d'uomo, ciba il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti do». Così io lo mangiai e fu nella mia bocca dolce come il miele. 4 Mi disse ancora: «Figlio d'uomo, va', recati alla casa d'Israele e riferisci loro le mie parole, 5 perché non sei mandato a un popolo dal linguaggio oscuro e dalla lingua difficile, ma alla casa d'Israele, 6 non a molti popoli dal linguaggio oscuro e dalla lingua difficile, dei quali non comprendi le parole. Certamente se ti avessi mandato da loro, ti avrebbero ascoltato. 7 Ma la casa d'Israele non vorrà ascoltarti, perché non vogliono ascoltare me. Infatti tutta la casa d'Israele ha la fronte dura e il cuore ostinato. 8 Ecco, io ho reso la tua faccia dura contro la loro faccia e ho reso la tua fronte dura contro la loro fronte. 9 Io ho reso la tua fronte come un diamante, più dura della selce; non temerli, non aver paura di fronte a loro, perché sono una casa ribelle». 10 Poi mi disse: «Figlio d'uomo, ricevi nel tuo cuore tutte le parole che ti dirò e ascoltale con le tue orecchie.
Il profeta deve essere totalmente dipendente dallo Spirito.
Ezechiele 2:2
Mentre egli mi parlava, lo Spirito entrò in me e mi fece alzare in piedi, e io udii colui che mi parlava.
Il profeta deve essere sinceramente coinvolto con chi lo ascolta, condividendo il dolore del suo prossimo.
Ezechiele 3:14
Così lo Spirito mi sollevò e mi portò via; e io andai pieno di amarezza nello sdegno del mio spirito; ma la mano dell'Eterno era forte su di me.
Domande:
Lascio a chi legge la responsabilità di rispondere, in cuor suo, alle seguenti domanda:
La chiesa, in generale, negli ultimi vent’anni, pensi sia stata dipendente dallo Spirito? Pensi si sia impegnata seriamente nello studio e nella predicazione fedele della Parola? Pensi che abbia dimostrato amore nei confronti delle persone?
Conclusione:
Il Vangelo deve essere annunciato con fedeltà e perseveranza, nella totale dipendenza dello Spirito Santo, avendo fiducia nella sua opera e non nelle nostre capacità imprenditoriali.
Questo è ciò che lo Spirito diceva ad Ezechiele e ciò che lo Spirito dice alla Sua Chiesa oggi. Nulla è cambiato, che ci piaccia o meno.
Qoelet, riflessioni teologiche in tempi difficili, il blog di Attorre Matteo.
